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Pestato durante calcetto, condanna e caccia ai responsabili

(ANSA) – NAPOLI, 18 NOV – E’ unanime a Pimonte, piccolo
centro nel cuore dei Monti Lattari, in provincia di Napoli, la
condanna nei confronti della brutale violenza scatenatasi nei
giorni scorsi durante un torneo di calcetto per beneficenza
disputato sul campetto della parrocchia ai danni di un 35enne.
    Il sindaco di Pimonte, Michele Palummo, e don Roberto Buonomo,
parroco della chiesetta di Tralìa, frazione del piccolo comune
dei monti Lattari, prendono le distanze. A finire in ospedale
con un trauma cranico un 35enne, sottratto dal pestaggio dagli
spettatori che si sono riversati in campo per difenderlo da chi
lo bersagliava di calci e pugni. Tutto é partito da un banale
fallo di gioco, dopo il quale gli animi si sono surriscaldati e
sono volati insulti e percosse. Sulla vicenda indagano i
carabinieri ai quali la vittima ha sporto denuncia. Ora è caccia
agli aggressori, tuttora sconosciuti.
    Condanna è stata espressa dal sindaco Palummo e dal parroco,
don Roberto. Il torneo doveva divertire i ragazzi che, come
spiega don Roberto, ”qui a Pimonte non hanno altro che questo
campetto di calcio”. Alla manifestazione, ribattezzata ”Campionato di Serie A Pimonte”, le squadre hanno preso in
prestito i nomi delle grandi della A, ecco perché lunedì scorso
si confrontavano ‘Napoli’ e ‘Sassuolo’.
    Palummo esprime ”solidarieta’ e vicinanza alla famiglia”
dell’uomo aggredito e chiede alle forze dell’ordine di
individuare gli aggressori per i quali invoca che non venga
applicata ”alcuna attenuante”. Inoltre il primo cittadino, che
definisce l’aggressione ‘un ‘attacco squadrista”, invoca una
approfondita indagine da parte delle forze dell’ordine che hanno ”il compito di fare piena luce sulla vicenda per inchiodare i
responsabili alle loro responsabilità. Pimonte non non è terra
di picchiatori e violenti, ma una comunita’ di pace che guarda
ai valori della solidarieta”’. “In accordo anche con le
autorità, il sindaco e i vigili urbani, abbiamo naturalmente
sospeso il torneo” fa sapere don Roberto, che lamenta di
sentirsi ”continuamente in trincea” e riflette sui postumi dei
lockdown che hanno elevato il livello di aggressività nei
giovani. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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