
Confartigianato Taxi del Veneto e
le cooperative di settore criticano le “incongruenze” presenti
nelle ultime bozze del cosiddetto Dpcm piattaforme, presentate
dal Governo il 3 aprile scorso.. Documenti, evidenziano, che a
differenza della apprezzata bozza iniziale, introducono “cambiamenti inattesi che potrebbero minare l’integrità delle
attività dei tassisti e delle cooperative”. Per Confartigianato
Taxi e cooperative bisogna “salvaguardare l’integrità nel
trasporto pubblico, rispettare la specificità costituzionalmente
riconosciuta della forma cooperativa, e valorizzare
l’artigianato”. Non si può cioè, scrivono, non considerare “le
specificità degli organismi economici che svolgono attività di
trasporto in modalità aggregata legittimati ad operare
conformemente alla normativa esistente, rispetto alle
piattaforme tecnologiche di mera intermediazione, ancora non
regolamentate nel nostro Paese”.
Queste incongruenze, lamentano, “generano un approccio
parziale che svilisce i valori della cooperazione e i fondamenti
del servizio pubblico di interesse generale”. Per questo le
associazioni chiedono ai ministeri competenti di rivedere e
correggere questa impostazione, “regolando l’attività di
intermediazione delle piattaforme tecnologiche (come accade in
altri settori) per evitare distorsioni di mercato e garantire
equità nel settore del trasporto pubblico, tutelando nel
contempo la distintività riconosciuta della forma cooperativa e
artigiana”.
In Veneto, secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Veneto, le imprese taxi artigiane registrate al primo
semestre 2023 sono 720 con 841 addetti, mentre le cooperative
taxi sono 23.
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Fonte Ansa.it