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Allevatori trentini, costi impazziti e la minaccia dell’orso

(ANSA) – TRENTO, 03 MAG – Valore della produzione superiore
ai 17 milioni di euro, aumentato dell’11% nel confronto con lo
stesso dato del 2021. Utile di 58.000 euro, “perché di questi
tempi bisogna dare ai soci quanto più possibile”. Bilancio
approvato all’unanimità dai soci. Questi alcuni numeri
presentati dal direttore della Federazione provinciale
allevatori, Massimo Gentili, durante l’assemblea dei soci.
    “L’aumento dei ricavi è stato determinato dall’andamento del
Centro di Fecondazione Artificiale Alpenseme (+7%), e dal
settore commercializzazione bestiame (+19%), in particolare per
gli aumenti dei conferimenti e delle remunerazioni delle vacche
fine carriera da parte degli allevatori da latte. Ridotti
all’osso i margini relativi la filiera della carne bovina, a
seguito dell’aumento dei costi di alimentazione degli animali
all’ingrasso”, ha detto Gentilini.
    Soddisfacenti i risultati fatti segnare da Alpenseme. Con
oltre 600.000 fiale di materiale seminale confezionato, si è
confermato tra i principali centri di produzione italiani. Le
dosi prodotte a Toss di Ton sono distribuite in Italia e sul
mercato estero (nell’ultimo decennio si sono raggiunti 35 Paesi
nel mondo). Nonostante gli sforzi per la riduzione dei consumi
gasolio per automezzi, gas e elettricità, hanno segnato un
incremento che ha sfiorato il 50%. La speranza è che il settore
regga e la crisi rientri almeno parzialmente: ne va dei 110mila
ettari di prati e pascoli che caratterizzano il paesaggio
trentino, di tutto un patrimonio di cultura e tradizioni
contadine.
    La passione ha consentito di evitare la fuga dalla montagna,
ma non un calo costante di aziende. Il saldo tra uscite e nuovi
ingressi segna una diminuzione di 39 stalle e 835 capi.
    Nell’ultimo biennio si sono registrati 89 abbandoni e 1100 capi
da latte in meno. “Il problema da cui oggi non possiamo più
derogare è legato alla presenza dei grandi carnivori. Quello che
è successo nell’ultimo mese ha messo a nudo un tessuto sociale
urbano fuori da una logica di buon senso. Per qualcuno il nostro
territorio è solo un parco giochi! Cosa diciamo alle famiglie
che prossimamente apriranno le porte delle malghe?”, ha detto il
presidente Giacomo Broch. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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