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Prosegue a Grosseto la mostra “Furio Cavallini ovvero il Crazy Horse di Bianciardi”

Prosegue fino al 13 marzo a Grosseto la mostra “Furio Cavallini ovvero il Crazy Horse di Bianciardi”, ospitata dallo scorso 15 gennaio presso il Polo Culturale le Clarisse. L’amicizia tra il pittore piombinese Furio Cavallini e il letterato grossetano Luciano Bianciardi, filo conduttore della mostra, si svela nel dialogo che il visitatore vive comparando le opere pittoriche e grafiche realizzate da Cavallini e alcuni brani tratti dai testi del letterato e dalle lettere che Bianciardi scrisse al pittore.
In un viaggio privato nella bellezza dei rispettivi linguaggi, la mostra dilata il racconto dentro un’Italia contesa tra la sua provincia, il boom economico degli anni ’50 e una cultura partigiana naufragata nella realtà politica contemporanea. Promossa dall’Associazione Culturale Giuseppe e Gina Flangini, la Fondazione Luciano Bianciardi e la Famiglia Cavallini, in collaborazione con il Comune di Grosseto, la Fondazione Cultura Grosseto, il Polo Culturale le Clarisse, curata da Elisa Favilli e Fabio Canessa, la mostra è visitabile a ingresso gratuito dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
23 opere (quadri e disegni) realizzate da Cavallini dialogano con 12 brani tratti dagli scritti realizzati da Bianciardi. Testi quest’ultimi che hanno il compito di svelare sia lo sguardo critico con cui lo scrittore grossetano raccontava il suo personale punto di vista sull’arte, sia la complicità su cui Cavallini e Bianciardi seppero edificare la propria amicizia, grazie alla presentazione in mostra
delle lettere che Bianciardi inviò all’amico piombinese, oggi conservate negli archivi della Fondazione Luciano Bianciardi e della Famiglia Cavallini.
Essenziale, la mostra si pone l’obiettivo di mettere in luce la dimensione umana dei due personaggi, lasciando ad ogni visitatore il compito di catturare la bellezza con cui i due autori seppero, nel rispettivo medium, pittorico e scrittorio, interpretare il proprio tempo, denunciando la disumanità con cui il benessere effimero del boom economico rendeva l’uomo schiavo del lusso, privandolo di tutti quei valori che solo un decennio prima avevano liberato l’Italia dal nazifascismo.
All’interno del catalogo (Pacini Editore Srl) il tempo della mostra è ampliato nella dimensione critico-scientifica per offrire la possibilità di conoscere la figura artistica di Furio Cavallini, la sua vita, i personaggi che intrecciarono con lui i suoi passi e la sua evoluzione espressiva, Bianciardi e il suo personale rapporto con l’arte, i suoi gusti e le sue opinioni sul cinema, la musica, la pittura con i suoi stili, le proprie correnti e i suoi attori. Tutto senza dimenticare il punto focale delle mostra: l’amicizia sincera che i due amici seppero tessere.

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