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Allagamenti sulla Palermo-Agrigento. “La strada è un fiume, gli automobilisti rischiano la vita. I ritardi nei lavori di completamento del cantiere sono inaccettabili”

“L’hanno chiamata super strada. Ma oggi, chi la attraversa, rischia la vita. La SS 189, sede del cantiere senza fine della Palermo-Agrigento, all’altezza di Lercara Friddi, con le piogge di questi giorni si è trasformata nel letto di un fiume. Un fiume in piena che è straripato e sta sommergendo tutto con il suo carico di fanghi e detriti. Gli automobilisti anche oggi, come ogni volta che piove forte, sono rimasti intrappolati, pendolari e studenti non hanno potuto raggiungere scuole, posti di lavoro, abitazioni. I paesi rischiano di restare isolati e stanno lanciando l’sos. Chiediamo al ministero delle Infrastrutture e all’Anas di intervenire subito”.

Uno scenario “infernale”. A lanciare l’allarme sulle condizioni di dissesto della strada e di pericolo per gli automobilisti che la attraversano, sono il segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo. Dai video pubblicati dagli abitanti del posto, che ogni giorno scendono da Alia, Roccapalumba, Lercara, San Giovanni Gemini, e dalle strade provinciali che collegano gli altri comuni, si vedono strade allagate e trasformate in torrenti, terreni franati, e l’acqua che straripa.

Cgil e Fillea chiedono l’intervento urgente delle istituzioni. “Abbiamo mandato una lettera al ministro Giovannini e all’Anas per sottolineare la criticità in cui si trova la Palermo Agrigento che, dal punto di vista dello stato di avanzamento del cantiere viaggia ai minimi storici, adesso anche a causa della fuoriuscita di due delle imprese affidatarie – aggiungono Ridulfo e Ceraulo – E’ inaccettabile che dal 2012 ad oggi i lavori non siano ancora conclusi. A ogni pioggia la situazione diventa insostenibile soprattutto in quel tratto di strada. Le condizioni del tempo stanno stanno mettendo a dura prova l’infrastruttura, evidenziando le condizioni di dissesto di tutto il territorio circostante. Aspettiamo da qui a breve una risposta dal ministro e dall’Anas per capire quale futuro si prospetta per la conclusione dei lavori. Si tratta di un’opera pubblica necessaria per migliaia di persone che l’attraversano ogni giorno, e i ritardi nei lavori gridano vendetta. Occorre un piano di messa in sicurezza del territorio, che è uno degli aspetti principali su cui bisogna intervenire. Non si può perdere altro tempo”.  

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