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Infermiera uccisa a Roma, imputato ‘mi chiese di sposarla’

“Facevo il pittore nel palazzo, lei
mi invitò a casa per fare dei lavori anche nell’appartamento.
    Cominciammo a vederci, a stare insieme, l’andai anche a trovare
in ospedale quando era ricoverata. Un giorno mi dice ‘facciamo
matrimonio e i documenti'”. E’ quanto ha affermato, davanti alla
Corte d’Assise di Roma, Adil Harrati, imputato nel processo per
l’omicidio di Rossella Nappini, l’infermiera di 52 anni uccisa a
coltellate, il 4 settembre 2023, nell’androne di un palazzo.
    Nel corso dell’udienza è stata sentita anche la sorella della
vittima. “Ho parlato con mia sorella quel pomeriggio un’ora
prima che venisse uccisa – ha ricordato – . Mi disse che
quell’uomo l’aveva chiamata per vedersi e che lei aveva detto di
no. Non era preoccupata ma quando pochi giorni aveva scoperto i
suoi precedenti l’aveva lasciato e lui insisteva per vederla, si
era incaponito”.
    Sul rapporto tra la sorella e l’imputato ha poi aggiunto: “Rossella aveva cominciato la relazione un mese e mezzo prima ma
diceva di volerlo sposare per fargli avere il permesso di
soggiorno: ‘Mi fa ridere e mi fa stare bene’ diceva, aveva già
scelto l’abito per le nozze ma nella bara le ho messo quello del
mio matrimonio”.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Fonte Ansa.it

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