
(ANSA) – BOLOGNA, 28 NOV – Un recital che coniuga poesia e
attualità, fatto di ‘parole, versi e suoni in cerca di un giorno
nuovo: è “Quanto resta della notte. Parole, versi e suoni in
cerca di un giorno nuovo” lo spettacolo scritto e interpretato
da Nichi Vendola in scena il 29 novembre alle 21 al Teatro Duse
di Bologna. Otto capitoli poetici più una conclusione tratti dal
libro “Patrie”, pubblicato da Vendola nel 2021 con Il
Saggiatore. ‘La notte’ affronta il tema della patria al
singolare, dei nazionalisti e dei sovranisti e della patria al
plurale, di chi combatte la guerra, il razzismo, il maschilismo,
il suprematismo in tutte le sue forme.
In questo incipit Vendola parlerà anche di Alan Kurdi, il
bambino con la maglietta rossa simbolo di tutti i bimbi morti
nel tentativo di migrare, ma anche di Sarajevo e di Hebron. Il
secondo capitolo, ‘Il contagio’ è dedicato al tempo del Covid,
del distanziamento sociale e della virtualizzazione delle
relazioni tra le persone. Si prosegue con ‘La rimozione’ che
tocca il tema della cultura dello stupro e del femminicidio, del
potere maschile e della sua vocazione all’onnipotenza. Nel
capitolo quattro, ‘Lo strappo’, l’ex presidente della Regione
Puglia dà voce ad argomenti come la lesione della democrazia, la
sospensione dei diritti fondamentali di libertà, il sequestro di
persona e la tortura ad opera degli apparati dello Stato (il G8
di Genova e la morte di Carlo Giuliani).
Nel quinto capitolo, ‘La sconfitta’, la miseria della
politica e della crisi delle parole della vita pubblica, ma
anche l’eredità di Pietro Ingrao e delle passioni che non
muoiono. La morte, il peso delle assenze e la gioia di
esercitare la memoria sono nel capitolo sei, ‘La perdita’,
mentre in quello successivo, ‘ll ritorno’, trovano spazio temi
come la patria di nascita, la casa, la famiglia, le tombe più
care, il tempo delle prime scoperte e il ruolo della nostalgia.
Nell’ultimo capitolo, ‘L’amore’ si parla del figlio, della
luce di un giorno nuovo, della fine dei sensi di colpa,
dell’uscita dal ghetto, della nominazione di sé e dei propri
sentimenti, del mettersi al mondo con il senso storico,
politico, poetico del pride. (ANSA).
Fonte Ansa.it