
Sessanta anni di musica, sessanta
anni di Nomadi. Una storia iniziata nel 1963 e ancora non
conclusa. A ripercorrerla, arriva il documentario Nomade che non
sono altro, in onda il 5 gennaio, alle 23.15, su Rai 2 e RaiPlay
(inizialmente previsto su Rai3 il 7 gennaio).
Un documentario, realizzato da Rai Documentari, che
ripercorre la storia del gruppo musicale dei Nomadi attraverso
la testimonianza di Beppe Carletti e di chi ha condiviso con lui
e con la band la storia della musica italiana.
“Sono stati anni belli, ma anche fortunati – ha raccontato
Carletti in occasione dell’uscita a dicembre del cofanetto È
stato veramente bellissimo -. Abbiamo avuto la possibilità di
vivere della nostra passione, nonostante le disavventure,
nonostante i problemi: appena cadevamo, ci rialzavamo e siamo
sempre andati avanti con coerenza, mai preda di facili
entusiasmi. Ecco, la coerenza è stata la nostra bandiera, il
nostro tratto distintivo. Non ci siamo mai fatti imporre niente
e le decisioni, giuste o sbagliate, le abbiamo sempre prese da
soli. A testa alta. Sono stati 60 anni spesi bene”.
Sono i primi anni ’60 quando tra Modena e Reggio Emilia Beppe
Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band.
L’esordio avviene nel 1963 e il nome scelto è Nomadi. Nel 1966
inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco
Guccini. Da questo sodalizio nascono canzoni che segnano una
tappa fondamentale nel panorama musicale italiano.
E nel 1972 Io Vagabondo, ancora oggi canzone simbolo della band
e inno per diverse generazioni.
Attraverso il racconto di Carletti lo spettatore rivive la
storia dei Nomadi e ci accompagna fino al concerto evento di
giugno 2023 a Novellara dove la band festeggia i sessanta anni
di storia insieme al popolo nomade. Due attori, Andrea Avanzi e
Marco Santachiara, interpretano Beppe e Augusto nei luoghi dei
Nomadi, Novellara, le valli e la bassa, in sottofondo le
riflessioni di Augusto Daolio estratte da un’intervista
radiofonica Rai “Lo specchio del cielo” del 1989. Il racconto è
arricchito dalle testimonianze di Francesco Guccini, Luciano
Ligabue Caterina Caselli, Rosario Fiorello.
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Fonte Ansa.it