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Aglio rosso di Sulmona, un museo per raccontare storia e usi

(ANSA) – SULMONA, 11 MAG – Le zolle vanno raccolte
rigorosamente a mano, le teste devono essere al massimo tra i
4,5 e i 5,5 centimetri, possiede proprietà organolettiche e
curative ed è un ottimo ‘disinfettante’, gli allevatori lo danno
agli animali per purificarli e i contadini lo usavano per tenere
lontano insetti e alleviare il prurito in caso di punture. E’
l’aglio rosso di Sulmona in onore del quale il Gal Abruzzo
Italico-Alto Sangro (Aias), in collaborazione con il Parco
nazionale della Maiella e il Consorzio produttori ha allestito
un museo-galleria, accolto negli spazi dell’Abbazia di Santo
Spirito a Morrone alla Badia di Sulmona.
    L’inaugurazione dello spazio museale è stata l’occasione per
raccontare segreti e tradizioni legati all’aglio rosso di
Sulmona, che è anche un marchio registrato. Coordinati da Gaspar
Rino Talucci, presidente del Gal Abruzzo Italico Alto Sangro,
hanno introdotto alle caratteristiche del museo la presidente
del Consorzio Produttori Stefania Baldassarre, la direttrice
regionale dei Musei d’Abruzzo Federica Zalabra, il presidente
del Parco della Maiella Lucio Zazzara, il sindaco di Sulmona
Gianfranco Di Piero.
    Il consulente legale del Consorzio Produttori Anna Berghella
ha approfondito il tema della tutela del marchio, poi Tiziana
Pasqualone, progettista della Galleria, ha spiegato come è nato
questo presidio di memoria e gusto. A spiegare perché l’aglio
rosso è un ‘sapore da salvare’ è stato il direttore del Parco
nazionale della Maiella Luciano Di Martino, esperto botanico.
    “Promuovere iniziative per la salvaguardia delle risorse
genetiche vegetali (Rgv) è importante perché, in una dimensione
etica e culturale, esse rappresentano un patrimonio di tutta
l’umanità che dovrebbe essere custodito e lasciato in ‘eredità’
alle future generazioni. Costituiscono, inoltre, una fonte
preziosa e non rinnovabile di geni utili nonché un elemento
importante per gli equilibri ecologici che si sono ormai
definiti nelle aree di coltivazione”.
    L’aglio rosso di Sulmona è una delle varietà agronomiche più
importanti conservate, inserite con l’allora Agenzia Regionale
per i servizi di sviluppo agricolo (Arssa) nel progetto “Coltiviamo la diversità” insieme a grano solina, grano
casorella, fagiolo socere e nore, fagiolo gentile, fagiolo
tabacchino, ciliegia pallone, mela paradiso, pesca testa rosce,
pera trentatrè once, mezza fava. La coltivazione dell’aglio
rosso nella Valle Peligna è di antica tradizione, come
confermano testimonianze della metà del XIX secolo. “E’ l’unico
ecotipo italiano nel quale l’emissione degli scapi fiorali
avviene regolarmente tutti gli anni – spiega ancora Di Martino –
Inoltre, l’elevato contenuto in principi attivi conferisce a
questo prodotto un aroma e un sapore particolarmente piccanti”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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