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Alla Biennale di Architettura di Venezia le opere di Alda Boscaro in una commistione tra cultura africana e occidentale

Una commistione di culture diverse, l’africana e l’occidentale, che danno vita ad un ‘laboratorio’ culturale in cui l’una è al servizio dell’altra, per forgiarne una terza, cui è stato dato il nome di Archifusion (Fusione Architettonica). È questo il progetto sul quale è imperniato il padiglione della Nigeria alla Biennale Architettura 2023, dal 19 Maggio al 26 Novembre, nell’isola di San Servolo, progetto sposato dall’artista Alda Boscaro che ha esposto i suoi dipinti nel padiglione, che attraverso le architetture tribali nigeriane dà forma ai suoi dipinti. Archifusion, curato da Boris Brollo, architetto esecutivo Lucia Tomasi, approfondisce l’idea di collaborazione nel senso più ampio di ‘officina/laboratorio’ allargato, dove il concetto di base diventa la collaborazione improntata allo scambio di esperienze comuni che genera conoscenza. Nel padiglione nigerino, spiega Lucia Tomasi, “un abitacolo come punto di osservazione di una società sempre più multietnica, propone un confronto tra punti di vista diversi, tra culture e individualità “che qui si realizza dell’incontro tra le case Hausa e le interpretazioni degli artisti lungo le pareti”. Un luogo di forte valorizzazione visiva per le opere di Alda Boscaro in cui tutte le espressioni grafiche hanno in comune: intrecci, nodi, labirinti, percorsi senza inizio, né fine.

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