
L’azienda vitivinicola Tommasi
Family Estates, cantina a conduzione familiare con 122 anni di
storia nel cuore della Valpolicella, ha presentato oggi a Milano
la nuova annata del Lugana Le Fornaci, vino che nasce in una
zona che copre la costa meridionale del Lago di Garda e che si
estende sia nella provincia di Verona sia in quella di Brescia,
con una degustazione anche della Riserva 2020.
La Tenuta Le Fornaci di Tommasi, dove il Lugana viene
prodotto, si compone di tre vigneti principali dislocati in tre
differenti aree per un totale di 45 ettari: due parcelle situate
nell’entroterra e una più grande verso il Lago di Garda a
Sirmione.
“Questa è stata un’annata molto difficile segnata dal
maltempo: è quasi un lusso potere avere un Lugana dell’annata
2023 nel bicchiere – ha spiegato Giancarlo Tommasi, direttore
tecnico del gruppo Tommasi -. Ce l’abbiamo fatta anche grazie
alle nostre idee e alla lungimiranza che ci ha sempre
contraddistinto nella viticoltura”.
Il fatto di avere tre lotti in tre diverse aree “ci ha
permesso di proteggerci maggiormente da fattori climatici che
hanno colpito la zona in maniera diversa” e questo “ci ha
aiutato ad avere in affinamento una riserva di Lugana anche per
quest’annata non facile”.
Alla Langosteria Bistrot, dove è stata presentata la nuova
annata del Lugana, era presente anche Pierangelo Tommasi,
direttore generale Tommasi: “Io insieme ad altri 7 tra cugini e
fratelli – ha raccontato – rappresentiamo la quarta generazione.
Abbiamo ereditato dai nostri padri a metà degli anni ’90
un’azienda ben avviata e concentrata in Valpolicella”. Una
famiglia molto unita, caratteristica “che ci ha spinto a
diversificare e ad andare oltre alla sola Valpolicella”.
Nel 1997 l’azienda ha iniziato ad acquisire aziende vinicole
in diverse regioni d’Italia e oggi Tommasi può contare su 8
cantine e 800 ettari di vigneti di proprietà.
In autunno “inizieremo anche la costruzione di una cantina
dedicata al Lugana direttamente sul posto – ha concluso – per
lavorare lì le uve e sviluppare anche la componente di
enoturismo e hospitality, altra parte fondamentale del Dna di
famiglia”. Il progetto è stato affidato all’ordine degli
architetti che selezionerà quelli più meritevoli e li
trasmetterà alla cantina per la decisione finale.
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Fonte Ansa.it