
(ANSA) – PALERMO, 31 GEN – Alcune città siciliane “brillano”
per rincari e addirittura si collocano tra le più care del
Paese. E’ quanto emerge da uno studio dell’Unione nazionale
consumatori, che ha elaborato i dati Istat sull’inflazione 2020.
Clamoroso il caso di Palermo, al primo posto per spese funebri e
tariffe amministrative (+18,6%): in città un migliaio le bare,
da oltre un anno, accatastate in depositi e tensostrutture per
mancanza di posti per la tumulazione.
I rincari più elevati sono alla voce “altri servizi” che
comprende tariffe amministrative, servizi legali e servizi
funebri. A Palermo che detiene il primato, seguono Livorno con
+13,4% e Genova, +11,4%. In Italia +1,4%.
Il capoluogo che ha il maggiore incremento per quanto riguarda i
prodotti alimentari è Caltanissetta con un’inflazione di +4,2%,
al secondo posto Trieste, Grosseto e Trapani (tutte a +3,1%). La
media italiana è +1,5%, pari ad un aumento della spesa
alimentare, senza bevande, di 77 euro per una famiglia tipo.
Per quanto riguarda la fornitura di acqua e servizi vari
connessi all’abitazione (acqua, rifiuti e spese condominiali)
una vera e propria stangata per chi abita a Gorizia (+6%),
Palermo (+5,6%) e, al terzo posto, Napoli (+5,1%). La città più
virtuosa è Genova, -12%, poi al secondo posto Trapani, -6,8%.
(ANSA).
Fonte Ansa.it