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Musica: opera Tutino “L’eredità dei giusti” commuove Palermo

(ANSA) – PALERMO, 20 LUG – Che cosa resta, quale è l’eredità
dei giusti che hanno sacrificato la vita per la giustizia? E tu
che cosa fai? Sembra dire il coro. Una tesi alla Kennedy quando
disse “Non ti chiedere cosa lo Stato fa per te, ma cosa puoi
fare tu per lo Stato”. Una serata di grande emozione ieri sera
al Teatro di Verdura di Palermo per un oratorio dedicato a
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “L’eredità dei giusti”.
    Quasi un poema sinfonico composto da Marco Tutino. Musica di
drammatica bellezza, che esprime tutta la tensione umana e
civile dei due giudici, ma anche il dolore e la temperie per una
perdita che ancora attende la verità. Una sofferenza non ancora
conclusa. Un vero capolavoro composto dal compositore milanese,
che nella parte centrale contiene sonorità quasi mahleriane.
    Ma alla serata d’onore, per il 30/o anniversario delle
stragi, si accede attraverso un tunnel della memoria, sotto la
splendida parete di ipomea è stata infatti allestita anche la
mostra fotografica, curata dall’ANSA, su questi lunghi anni:
Falcone e Borsellino bambini, nel momento della laurea, nei
giorni felici, in famiglia, le scene del maxiprocesso e quelle
drammatiche delle stragi. Il pubblico si è soffermato, in una
coda silenziosa e commossa. Presenti le istituzioni, dal sindaco
al prefetto, al questore, molti giudici, e anche una trentina di
detenuti, provenienti dal carcere Malaspina e dall’Ucciardone,
ospiti del Teatro Massimo per il progetto Acrobazie finanziato
dal Patto per il sud che mira all’inclusione e al recupero dei
detenuti e che testimonia ancora una volta la sensibilità civile
del teatro guidato da Marco Betta. Un successo per tutti,
applausi convinti per l’orchestra guidata da Alessandro Cadario,
per il soprano Maria Teresa Leva, per gli attori del Piccolo di
Milano: Jonathan Lazzini, Anna Manella, Marco Mavaracchio,
Francesca Osso e Simone Tudda, e per Emanuela Giordano, autrice
della drammaturgia.
    Alle spalle del coro un grande schermo ha proiettato le
immagini terribili di quei giorni diabolici curate da
Pierfrancesco Li Donni e Matteo Gherardini. Insomma un’opera
corale fortemente voluta dalla Fondazione Teatro Massimo per
rendere omaggio alle vittime delle stragi e per non dimenticare.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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