
(ANSA) – PALERMO, 09 SET – Diciannove appartenenti ai clan
che negli anni Ottanta furono sconfitti dai corleonesi di Totò
Riina, sono stati condannati in abbreviato a Palermo dal Gup
Elisabetta Stampacchia.
I cosiddetti “scappati”, chiamati così perché dovettero
fuggire da Palermo nel corso della guerra di mafia con i “corleonesi” e cercare protezione negli Stati Uniti,
appartengono alle famiglie Inzerillo, Spatola, Buscemi. Il Gup
ha accolto le tesi dell’aggiunto Salvatore De Luca, che ha
rappresentato l’accusa insieme ai pm Pierangelo Padova, Dario
Scaletta, Giovanni Antoci e Amelia Luise, quest’ultima è da poco
alla Procura europea.
La pena più alta, 16 anni, è stata inflitta a Tommaso
Inzerillo; 11 anni e 4 mesi al cugino Francesco. Il nipote del
boss Salvatore Inzerillo, Alessandro Mannino, è stato condannato
a 12 anni e 4 mesi; 12 anni al genero di Tommaso Inzerillo,
Giuseppe Spatola. E ancora: 14 anni a Giovanni Buscemi; 11 anni
e 8 mesi a Giuseppe Sansone; 11 anni e 6 mesi a Benedetto
Gabriele Militello; 11 anni e 4 mesi ad Antonino Fanara; 10 anni
e 8 mesi ciscuno a Santo Cipriano, Antonio Di Maggio e Giuseppe
Lo Cascio.
Infine, Paolina Argano (1 anno e 6 mesi); Alfredo Bonanno (2
anni e 4 mesi); Veronica Cascavilla (2 anni e 4 mesi); Salvatore
Lapi (2 anni e 2 mes)i; Tommaso La Rosa (3 anni); Alessandra
Mannino (2 anni e 2 mesi; Rosalia Purpura (2 anni e 2 mesi).
L’assoluzione è stata decisa per tre imputati di reati
minori: Maurizio Ferdico, Antonino Intravaia e Fabio Orlando.
(ANSA).
Fonte Ansa.it