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Il migrante calciatore che fa sognare Lampedusa

(di Concetta Rizzo) (ANSA) – LAMPEDUSA, 07 MAG – Da “semplice” migrante, uno dei
tanti che giungono dal mare a Lampedusa, a idolo dei tifosi. È
una storia di sport e di amore quella del tunisino che vive
nelle Pelagie. Oggi ha segnato ai tempi supplementari, dopo una
sofferta partita contro la squadra di Isola delle Femmine, il
goal che ha consentito all’Academy Lampedusa d’accedere,
domenica prossima, alla finale palermitana con i Punto Rosa.
    Joseph Bouallegui, tunisino di 26 anni, sta facendo sognare, non
soltanto i tifosi, ma l’intera isola, sindaco Filippo Mannino in
testa, l’accesso al campionato di calcio dilettantistico di
Seconda categoria.
    Per l’attaccante e trequartista, il goal di oggi non è stato
altro che “un atto d’amore, di grande amore, nei confronti di
Lampedusa”. Perché sulla più grande delle isole Pelagie, dove è
sbarcato nel 2017, Joseph ha costruito la sua vita e la sua
famiglia: è sposato con una lampedusana di 34 anni ed ha due
bambini.
    “Non mi mancava nulla a Sfax. Sono uscito in barca, era il
2017, con mio cugino che voleva farmi un regalo per il giorno
del mio compleanno. Volevo vedere mio fratello che viveva in
Francia – ha raccontato Joseph Bouallegui – e mio cugino mi ha
detto: ‘Ti porto a Lampedusa, è vicina’. Ho accettato perché
pensavo di restare soltanto 6 mesi e poi tornare a casa. Ma a
Lampedusa, dove sono sbarcato assieme ad alcuni amici e mio
cugino, ho conosciuto la donna che è poi, ben presto, diventata
mia moglie. Mi sono innamorato e la mia vita è cambiata”.
    Joseph dopo lo sbarco a Lampedusa è stato per 6 mesi a Roma,
Bologna e Milano. Tempo durante il quale ha sempre mantenuto i
contatti con la donna di cui si era innamorato. Poi si è
spostato a Parigi, dove la sua fidanzata di Lampedusa lo ha
seguito, per ritrovare il fratello e altri familiari e in
Francia è rimasto fino a prima che scoppiasse l’emergenza Covid.
    “Lavoravo installando i cavi della fibra e quando avevo un
po’ di tempo libero giocavo a calcio – ha spiegato – Perché mi è
sempre piaciuto, a Sfax fino al 2013 giocavo nel Club Sportif
Sfaxien, squadra che era nel corrispondente campionato di serie
A. Quando mia moglie, nel frattempo ci siamo sposati, è rimasta
incinta e già si registravano i primi casi di Covid, siamo
tornati a Lampedusa. Sono rientrato con lei perché volevo veder
nascere il nostro bambino qui. Volevamo tornare poi in Francia,
ma siamo rimasti sull’isola dove lavoro come muratore e dove ho
continuato a coltivare la passione per il calcio tant’è che sono
entrato a far parte della squadra Academy Lampedusa”.
    “La storia di Joseph è esempio di vera e piena integrazione
con la popolazione, ha messo su famiglia ed è uno di noi”, ha
detto Mannino che anche domenica prossima sarà allo stadio, a
Palermo, con l’Academy Lampedusa. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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