
(ANSA) – BARI, 05 OTT – La Procura di Bari ha chiuso le
indagini su una presunta frode nell’esecuzione delle prestazioni
di assistenza e sorveglianza sanitaria degli immigrati
all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Bari.
L’avviso è stato notificato a 4 persone. Agli indagati si
contesta anche l’aver causato il rischio di diffusione di
malattie infettive. Le indagini della Squadra mobile, coordinate
dal pm Michele Ruggiero, hanno accertato irregolarità
nell’adempimento del contratto di appalto per la gestione della
struttura, affidata alla cooperativa Badia Grande di Trapani.
I quattro indagati sono la direttrice del centro fino a
febbraio 2021, il medico responsabile del Cpr fino a dicembre
2019, il legale rappresentante della cooperativa e il referente
dell’associazione Paceco Soccorso per il servizio di assistenza
sanitaria nel Cpr. I reati contestati sono, per tutti, la frode
nell’esecuzione del contratto di affidamento, in particolare,
del servizio di assistenza sanitaria e, per tre di essi, la
violazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro per la
mancata esecuzione delle visite mediche di primo ingresso, con
il connesso rischio della diffusione di malattie infettive. Le
indagini sono partite nel 2019 e “hanno evidenziato – spiegano
gli investigatori – che la precarietà dei servizi essenziali
erogati dalla cooperativa ha contribuito a creare le condizioni
di esasperazione da cui sono scaturiti proteste e incendi
all’interno della struttura”. (ANSA).
Fonte Ansa.it