
“È una condizione abbastanza tragica quella che vivono sia i familiari delle vittime dopo le tragedie sia coloro i quali sopravvivono. Ieri in Calabria, a Cosenza, ho ascoltato la testimonianza di vittime ignote, che parlano per la prima volta dopo trenta- quaranta anni. E in questi momenti la mia partecipazione è totale. Antonio è stato riconosciuto nell’eccidio, ci sono persone che invece lottano ogni giorno per avere un minimo di giustizia, un minimo di riconoscimento e non solo da parte dello Stato”. Lo ha detto Brizio Montinaro, fratello di Antonio, il caposcorta del giudice Falcone morto nella strage di Capaci, a margine del festival della legalità che si apre oggi a Trinitapoli, nel nord Barese.
Si tratta di “persone che devono combattere per spiegare al vicino di casa che l’ammazzato non è un delinquente come coloro che l’hanno ucciso. È tragico tutto questo”, ha aggiunto. Il festival si svolge in un paese in cui il Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose e ora commissariato.
“Credo che sia molto importante il lavoro che svolgono i commissari perché creano un cuscinetto e quindi anche un piano inclinato in senso positivo verso la fiducia nelle Istituzioni”, ha concluso.
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