
Torna visibile dopo un restauro
durato tre mesi il monumento a Giuseppe Barbaroux in piazza
Galimberti, simbolo della città di Cuneo dal 1879. L’intervento
di rimozione delle incrostazioni, finanziato dal Lions Club di
Cuneo e realizzato dall’impresa Fantino Costruzioni, è stato
condotto tramite un’innovativa tecnica a laser. Grazie al lavoro
della restauratrice Francesca Gherardi, novarese come lo
scultore Giuseppe Dini che scolpì la statua, è ora possibile
ammirare al meglio i particolari dell’opera.
Insigne giurista e uomo di Stato, negli anni Trenta del XIX
secolo Barbaroux riformò su impulso di re Carlo Alberto il
codice civile e penale sabaudo: a lui, in veste di ambasciatore
presso la Santa Sede, si deve tra l’altro l’istituzione della
diocesi di Cuneo. Furono per questo i concittadini ad aprire una
sottoscrizione pubblica per realizzare il monumento in marmo di
Roccavione, con un basamento di pietra grigia di Malanaggio, che
sormonta il piedistallo in granito rosso di Baveno.
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