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Green pass: Pazzagli (Unimol), ha natura discriminatoria

(ANSA) – CAMPOBASSO, 09 SET – “Contro la natura
discriminatoria del Green pass, per ribadire che l’Università è,
o dovrebbe essere, un luogo di inclusione, aperta al pensiero
critico e senza barriere”. È l’incipit di un post su Facebook
con il quale Rossano Pazzagli, docente di Storia del territorio
e dell’ambiente all’Università del Molise, invita a
sottoscrivere un documento per dire ‘no’ al Green pass. “Dal
primo settembre – si legge nel testo – per frequentare le
università italiane, sostenere gli esami e seguire le lezioni si
dovrà essere in possesso del cosiddetto Green pass. Tale
requisito sarà valido per docenti, personale tecnico,
amministrativo e bibliotecario e studenti e ciò estende, di
fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per
accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro,
senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte
del decisore politico. Molti tra noi hanno liberamente scelto
di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della
sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta
e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una
minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della
Costituzione (art. 32). Nello specifico della realtà
universitaria, i docenti sottoscrittori di questo pubblico
appello ritengono che si debba preservare la libertà di scelta
di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma.
    Nella situazione attuale, o si subisce il green pass, oppure si
viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule
universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi
dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e
formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta
un pericoloso precedente. In sostanza, la ‘tessera verde’
suddivide infatti la società italiana in cittadini di serie A,
che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie
B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali
garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà
personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di
circolazione, libertà di opinione)”. Nel documento viene
auspicato l’avvio di “un serio dibattito politico, nella società
e nel mondo accademico tutto per evitare ogni penalizzazione di
specifiche categorie di persone in base alle loro scelte
personali e ai loro convincimenti, per garantire il diritto allo
studio e alla ricerca e l’accesso universale, non
discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi (che sono, di fatto,
discriminatori) a servizi universitari. Chiediamo pertanto che
venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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