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Nell’Appennino umbro-marchigiano un inverno senza neve

È un inverno senza neve e con
temperature primaverili sull’Appennino umbro-marchigiano: a
quota 1.400 metri, il termometro delle auto segnala 11 gradi
all’ora di pranzo. “Un caldo del genere a metà febbraio non lo
si ricorda, è piacevole, ma allo stesso tempo inquietante”,
dicono gli escursionisti della montagna, che per calpestare
qualche centimetro di neve si devono spingere fin sopra i 2 mila
metri. Dove è depositato un leggero velo bianco che copre le
vette più alte, come il monte Vettore e resiste al caldo solo
grazie alle gelate notturne.
    Sulle piste delle stazioni sciistiche di Frontignano di
Ussita e Bolognola, in provincia di Macerata, c’è invece solo
erba secca. “Quest’anno abbiamo aperto soltanto 5 giorni
l’impianto dí Bolognola e solo dopo aver sparato la neve
artificiale”, racconta all’ANSA Francesco Cangiotti,
l’amministratore della Società funivie Bolognolaski che gestisce
le due stazioni. Una stagione difficile per le montagne del
Centro Italia, “ma situazioni simili, con assenza praticamente
totale di precipitazioni nevose, se ne sono registrate anche
negli anni passati – ricorda Cangiotti -. Nell’inverno tra il
1988 e il 1989, ad esempio, non si era mai sciato e la neve si
era fatta desiderare anche nel 2007 e nel 2020”.
    Ma ad essere anomale, per il periodo, sono soprattutto le
alte temperature. Difficile immaginare a febbraio un picnic sul
valico di Castelluccio di Norcia, al confine tra Marche e
Umbria, dove solitamente tira un vento gelido accompagnato da
pioggia e neve, eppure in questi giorni diverse persone, anche
con bambini piccoli, hanno potuto mangiare all’aperto.
    “Questo caldo sta danneggiando anche a noi, per attrarre i
turisti e gli amanti degli sport invernali servono il freddo e
la neve”, dicono gli operatori commerciali e in particolare i
ristoratori, mentre servono panini e bibite nei tavoli
all’aperto. Da lunedì è attesa una nuova perturbazione che
potrebbe portare qualche fiocco di neve, anche se ormai, quassù
a quasi 1.500 metri, quasi tutti ritengono che la stagione
turistica invernale sia andata in malora. L’emblema di un anno
no è la seggiovia “Lo Schiancio-Le Saliere”, chiusa e desolata.
   
   

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Fonte Ansa.it

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