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Alluvione 2014,gup chiama in causa presidenza Consiglio Ministri

Il gup del Tribunale
dell’Aquila ha nuovamente chiamato in causa il ministero
dell’Interno e la presidenza del Consiglio dei ministri, come
responsabili civili, per l’alluvione che il 3 maggio 2014 inondò
la città di Senigallia (Ancona), provocando vittime e danni
ingentissimi. In caso di condanna degli indagati, dovranno
dunque rispondere in solido per risarcire gli alluvionati
assieme al Comune di Senigallia, alla Provincia di Ancona e alla
Regione Marche.
    Il giudice lo ha stabilito nell’udienza preliminare che si è
svolta oggi nel capoluogo abruzzese a ben dieci anni dagli
eventi. Il procedimento era stato spostato all’Aquila perché uno
dei componenti del collegio giudicante del Tribunale di Ancona
era risultato tra gli alluvionati. Si tratta in realtà di una
seconda fase perché il processo è ripartito dopo un errore nel
capo d’imputazione contestato: inizialmente c’erano inseriti
anche i reati già prescritti. Rimane in piedi solo quello di
inondazione colposa a carico, tra gli altri, degli ex sindaci di
Senigallia Maurizio Mangialardi e Luana Angeloni e dell’ex
comandante della polizia locale Flavio Brunaccioni, in quanto
responsabile anche della protezione civile. Soddisfatto
l’avvocato Corrado Canafoglia, che sta patrocinando in questo
giudizio ben 384 parti civili, e l’Unione nazionale consumatori.
    Il processo potrà ripartire il 23 luglio quando si terrà sempre
nel capoluogo abruzzese una nuova udienza.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Fonte Ansa.it

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