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Un avatar del cervello aiuta a capire la risposta ai farmaci

Dalla creazione di avatar digitali
del cervello umano per studiare la risposta a farmaci e
malattie, allo sviluppo di nuovi biomarcatori per la diagnosi
precoce, fino all’identificazione di nuovi bersagli cellulari e
molecolari per approcci farmacologici innovativi. Sono questi
gli obiettivi di Mnesys, una rete che coinvolge 500 scienziati
provenienti da 25 fra atenei pubblici e privati, enti di ricerca
e imprese. Capofila l’Università di Genova, focalizzata sulle
tematiche delle neuroscienze e della neurofarmacologia, che ha
ottenuto uno stanziamento record di 115 milioni di euro dal Pnrr
a supporto di oltre 200 progetti. I primi risultati di Mnesys,
che è il più ampio programma di ricerca sul cervello mai
realizzato in Italia, sono stati al centro del primo forum
nazionale delle neuroscienze in corso a Napoli, dove sono stati
presentati i nuovi approcci per le neuroscienze sperimentali e
cliniche in una prospettiva di medicina di precisione,
personalizzata e predittiva con un impatto trasformativo sulla
cura delle patologie del sistema nervoso e del comportamento.
    “Uno sforzo congiunto di ricerca di base – spiega Antonio
Uccelli, ordinario di neurologia, direttore scientifico del
Policlinico genovese San Martino e direttore scientifico del
progetto – che intende stimolare l’interazione tra università,
istituti scientifici e industria per raggiungere risultati di
alto profilo grazie a tecnologie digitali e all’intelligenza
artificiale al fine di comprendere i misteri del sistema
cervello e sviluppare trattamenti personalizzati per le malattie
neurologiche e mentali, tramite la medicina di precisione”.
    “Il progetto mira a facilitare la scoperta dei meccanismi di
funzionamento del sistema nervoso e delle malattie – aggiunge
Sergio Martinoia, ordinario di Bioingegneria e coordinatore del
comitato scientifico – attraverso la creazione di avatar
digitali del cervello umano cioè la realizzazione virtuale del
funzionamento del sistema nervoso in condizioni fisiologiche e
patologiche con l’elaborazione, mediante algoritmi matematici,
di dati anagrafici, clinici, di laboratorio e diagnostici. Ciò
consente esperimenti virtuali per poter studiare la risposta ai
farmaci e alle malattie accelerando la ricerca attraverso
l’integrazione tra medicina e tecnologie informatiche applicate
al cervello”.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Fonte Ansa.it

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