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Studenti Padova in Comune, come vi siete rialzati dopo Morandi?

(ANSA) – GENOVA, 16 FEB – “Come avete fatto ad organizzare i
soccorsi dopo il crollo del ponte Morandi?”; “Avete avuto paura
di non riuscire ad aiutare tutti?” e “Avete capito perché è
crollato il ponte?”. Sono state queste alcune delle domande che
gli studenti del liceo scientifico R. Bruni di Padova hanno
rivolto all’assessore Sergio Gambino e ai rappresentanti della
Protezione Civile, durante un incontro- dibattito dedicato al
crollo del ponte del Morandi, organizzato a Palazzo Tursi. Le
due classi, in visita per una esperienza di educazione civica
diretta, hanno potuto partecipare alla proiezione del
documentario realizzato dal giornalista Franco Nativo “Senza
respiro Il documentario, realizzato alle 11.50 del 14 agosto
2018, 14 minuti dopo il crollo, è stato per i ragazzi come “un
pugno nello stomaco”, “una grande lezione di vita”, “una
dimostrazione di coraggio e di speranza”.
    A parlare anche il preside del liceo scientifico R Bruni
Martino Frizziero: “Siamo venuti a Genova per scoprire un
segreto- dice- quello che vi ha permesso di ricollegarvi alla
vita, e riprenderla con coraggio. E’ quello che serve alle nuove
generazioni: servono punti di valore e di forza, serve sapere
che con il lavoro di tutti una intera città si può risollevare.
    Abbiamo capito, dal punto di vista didattico, in questi anni,
che è possibile fare educazione civica senza subirla ma
vivendola nei luoghi, come Genova, dove la gente ha dimostrato
di tenere alla cosa pubblica e di avere enorme senso civico”.
    “Sono passati cinque anni- ha detto ai ragazzi l’assessore
alla Protezione civile Sergio Gambino- ma ancora mi commuovo a
vedere le immagini del ponte di Genova crollato. Mi avete
chiesto come abbiamo reagito a quell’evento e come ci siamo
organizzati; vi posso assicurare che non c’era piano di
Protezione civile tale da poter far fronte ad una tragedia di
quella portata. Ma Genova ha tenuto, con i suoi volontari, con
il suo tessuto economico e ha fatto sistema. Sapevamo in quei
momenti che di qualsiasi cosa avessimo avuto bisogno c’era
qualcuno che lo avrebbe fatto, solo per l’amore che portava per
la sua città. E oggi siamo più forti e sicuramente più
organizzati di prima”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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