
(ANSA) – ROMA, 01 NOV – “Le gabbie trappola sono ghigliottine
a cielo aperto. È necessario puntare i riflettori sulla crudeltà
di metodi scellerati e violenti, con cui alcune istituzioni
decidono di risolvere la presenza dei cinghiali inurbati,
ignorando per altro il chiaro orientamento della magistratura
verso il rispetto della fauna selvatica, anziché cercare di
demonizzare tutti coloro che si stringono per cercare di
contrastare la mala gestione con metodi non cruenti e rispettosi
della vita”. Lo scrive la Sfattoria degli ultimi, l’associazione
alle porte di Roma che recentemente, vincendo una lunga
battaglia legale, ha visto riconosciuta dal Tar la possibilità
di ospitare maiali e cinghiali salvati dai macelli o prelevati
dalle strade cittadine. Animali che viceversa rischiavano
l’abbattimento per la peste suina.
“I nostri interessi non sono stretti solo intorno alla
Sfattoria; la salvaguardia dell’incolumità pubblica è
altrettanto nelle nostre priorità. È proprio per questo che
abbiano denunciato l’utilizzo di pericolosissime gabbie
trappola, che costituisconoun gravissimo rischio anche per la
sicurezza pubblica. Le gabbie sono posizionate in luoghi
accessibili a tutti, e facilmente un animale domestico o un
bambino possono, semplicemente avvicinandosi e toccandole appena
trovarsi addosso una ghigliottina pesante centinaia di chili. A
nulla servono sparuti cartelli posizionati qua e là che possono
essere facilmente ignorati, generando un pericolo mortale.
Inoltre, questi metodi violenti e dispendiosi per le casse dello
stato sono del tutto insufficienti per arginare il numero dei
cinghiali inurbati.
L’ultima trovata istituzionale, sempre per non smentire la
violenza e la crudeltà con cui hanno dimostrato di saper agire,
è quella di sguinzagliare i cacciatori nei parchi pubblici, così
i pericoli per la gente si sommano, anziché risolversi”. Si
segnal poi “la mala gestione istituzionale, perché la nostra
battaglia non finisce con la vittoria al Tar per i nostri
animali. L’Italia intera ci appoggia nella battaglia contro
questo scempio della fauna selvatica e nella inalienabile
richiesta di legalità nella gestione dei cinghiali”. (ANSA).
Fonte Ansa.it