
“Ha dedicato la sua vita al
dialogo con la comunità islamica, si è sentito fin da subito
chiamato a questo ruolo. Ma Paolo era anche altro, aveva uno
spirito avventuroso, derivato dall’esperienza come scout. Era
coraggioso. Io vivo con sofferenza questi anni in cui non
sappiamo nulla, ma sento che mio fratello ha una dimensione
profetica, ha lasciato un messaggio, un segno, perché la
comunità che ha fondato è votata all’accoglienza dell’altro. E
lui inseguiva questo obiettivo. L’apertura e il dialogo”. Lo ha
detto Francesca, sorella di padre Paolo Dall’Oglio, intervenendo
alla presentazione, oggi a Trieste, del libro “Una mano da sola
non applaude” sulla storia del gesuita, scritto da Riccardo
Cristiano.
Sono passati dieci anni da quando non si hanno più notizie
del religioso, sparito dalla Siria, terra dov’era impegnato nel
dialogo interreligioso e dove aveva fondato la comunità
monastica di Deir Mar Musa.
Francesca Dall’Oglio ha ripercorso gli anni della giovinezza
del fratello, quelli della crescita e dell’impegno all’estero.
Il volume, è stato spiegato durante l’incontro al Circolo
della stampa, è “un libro scritto per tenere alta l’attenzione
su questa vicenda e per mantenere vivo il ricordo di Paolo”.
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