
(ANSA) – TRIESTE, 30 NOV – La figura retorica dell’ossimoro è
ciò che lega Umberto Saba alla città di Trieste; la città dalla “scontrosa grazia” condivide con il poeta che ha elaborato la
famosa formula l’essere segnata da contraddizioni. Questo Saba ‘ossimorico’ – legato alla vita seppur abbia tentato il suicidio
più volte, egocentrico ma aperto agli altri – è stato
tratteggiato il 30 novembre a palazzo Gopcevic a Trieste nel
corso di un incontro dal titolo “Umberto Saba: Trieste, una
città, un sentimento”.
L’evento fa parte di una serie di cinque ‘puntate’
organizzata dalla Fondazione Pordenonelegge, dedicata ad
allacciare poeti e città in cui hanno vissuto. “Le parole dei
grandi autori sono un volano per riconoscere la propria città,
colgono elementi che sono effettivamente nell’aria”, ha spiegato
così il senso del progetto Alberto Garlini, scrittore e uno dei
curatori di Pordenonelegge.
L’incontro si è composto di due fasi. E’ stato riprodotto il
video documentario su Saba e Trieste realizzato per l’occasione
(disponibile online sul canale YouTube del Festival), che
esplora aspetti del rapporto non facile tra poeta e città,
segnato da un rapporto di vicendevole amore e odio, e che
dipinge così anche un’immagine di Trieste e della triestinità.
Garlini poi ha moderato un dialogo tra Mario Cerne,
proprietario della libreria Saba, la poetessa Mary B. Tolusso e
i poeti Christian Sinicco e Giuseppe Nava. Tolusso ha scelto e
letto le poesie che punteggiano il documentario: “Provengono
dalle ultime raccolte di Saba, si tratta della produzione più
matura del poeta, quando alcuni nodi della sua personalità
complessa si sono sciolti e le liriche diventano meno rigide
anche a livello metrico e assumono un carattere più universale”,
ha spiegato. Cerne infine ha sottolineato come il rapporto
complicato della città con l’eredità culturale del poeta, a
detta sua sostanzialmente trascurata, continui ancora oggi: “Il
bastone e la pipa della statua di Saba sono rotti da anni,
nessuno li aggiusta”. (ANSA).
Fonte Ansa.it