
(ANSA) – UDINE, 30 GIU – “L’Iran è una prigione a cielo
aperto. Non fa piu differenza che una persona sia in prigione
oppure no, il solo fatto di vivere in Iran ci rende
prigionieri”. E’ il contenuto di un messaggio di Sapideh
Gholian, reporter e attivista iraniana incarcerata nell’autunno
2018 mentre seguiva lo sciopero dei lavoratori della raffineria
di zucchero Haft Tappeh, pervenuto agli organizzatori del
Festival Vicino/Lontano, che domani a Udine vedrà la prima
presentazione della pubblicazione in italiano dei suoi “I Diari
dal Carcere” (Gaspari Editore). Un progetto editoriale voluto e
curato dall’ associazione “Librerie in Comune” di Udine e dal
festival Vicino/lontano, e realizzato con il patrocinio di
Amnesty International.
Alla presentazione, che sarà condotta dal responsabile
dell’Ansa Fvg, il giornalista e scrittore Francesco De Filippo,
interverranno Luciana Borsatti, giornalista esperta di Iran e
Fabrizio Foschini, traduttore dei Diari. Emanuele Russo,
presidente di Amnesty International Italia e autore della
prefazione del libro, interverrà in video.
“A un anno dalla pubblicazione dei racconti e degli schizzi
per il libro ‘La tilapia succhia il sangue di Hur al-Azim’ – ha
scritto Sapideh – mi trovo dietro le sbarre di un’altra
prigione. Se mi guardo alle spalle vedo una tempesta di
catastrofi che ormai si estende su ogni lembo di terra
dell’Iran”. Ma Sapideh nutre una speranza: “Mi auguro che
spalanchi nuove e più grandi finestre alle mie sorelle di lotta
e che porti il loro grido fino alle orecchie delle donne
italiane”. La giornalista e reporter è riuscita a far circolare
le sue memorie. “Il libro Hur al-Azim – ha spiegato – è una
cronaca delle esperienze di vita di donne arabe del Khuzestan,
non più nei ghetti in cui abitano, ma nelle prigioni”. “Prendo
il fatto che Hur al-Azim venga rilanciato a distanza di un anno
come un presagio favorevole”. (ANSA).
Fonte Ansa.it