
(ANSA) – TRIESTE, 18 LUG – Tutto era iniziato nel 2010, dopo
un percorso di studio. Con una valigia in mano e un visto
approvato per “un programma di scambio culturale”, Lucia aveva
lasciato l’Italia per il Maryland, negli Stati Uniti. Ad
attenderla un anno di esperienza formativa come ragazza alla
pari. Una vita che cambia, un sogno a “stelle e strisce” che
diventa realtà, perché dopo i primi 12 mesi negli States, quello
che doveva essere solo un periodo di formazione all’estero
diventa l’inizio di un percorso professionale attinente agli
studi. Per dieci anni si susseguono contratti alle dipendenze di
diverse famiglie in diverse città. Fino a marzo 2020 e al
rientro “precauzionale” in Italia a causa dell’emergenza
pandemica mondiale. Sarebbe dovuta essere una pausa di un paio
di mesi, ma da un anno e mezzo ogni possibilità di tornare in
America, luogo in cui Lucia risiede, è stata preclusa dal Travel
Ban, ovvero le limitazioni imposte dagli Stati Uniti per gli
ingressi nel Paese. Da due mesi quindi il contratto di lavoro
come assistente per l’infanzia, che inizialmente era stato
interrotto, è stato definitivamente risolto.
“In un periodo in cui, a causa di un nuovo aumento di
contagi legato alla diffusione della variante Delta, diversi
italiani in vacanza soprattutto giovani, sono rimasti bloccati
in Paesi stranieri, c’è anche chi invece non può tornare al
lavoro in un altro Stato in cui peraltro risiede”, osserva
Lucia, 33 anni, originaria della provincia di Gorizia e oggi
residente a Washington Dc. “Il Governo dovrebbe porre attenzione
alla nostra situazione”.
“La mia professione – spiega – non rientra tra quelle
considerate essenziali per poter accedere nuovamente negli Stati
Uniti. Dalla scorsa estate attendo un via libera, che non è
stato accordato. La mia richiesta è ancora in sospeso. Quindi ho
perso il lavoro”. Il suo, aggiunge, non è un caso isolato. “Ci
sono investitori, artisti, dipendenti di aziende italiane
trasferiti in filiali americane, solo per fare alcuni esempi –
racconta Lucia – che non possono rientrare negli Stati Uniti.
Stanno continuando a pagare affitti, hanno lasciato in America
tutti i loro beni e le loro famiglie e da più di un anno non
possono far ritorno nel luogo di residenza”. Spontaneamente e
poi sostenuti dalla deputata di Forza Italia, Fucsia Fitzgerald
Nissoli, eletta in Nord e Centro America, alcuni di questi
lavoratori si sono riuniti tra loro. Si tratta di un’ottantina
di persone che con un tam tam sui social ha raccolto 1.300
sottoscrizioni a una lettera inviata poi al ministro degli
Esteri, Luigi Di Maio. La loro richiesta è di poter tornare a
viaggiare liberamente tra Italia e Stati Uniti e ritornare, per
quanto possibile, alla vita di prima. (ANSA).
Fonte Ansa.it