
Il Pil del Friuli Venezia Giulia
nel 2023 crescerà dell’1,1% nel 2023, ben 0,3 punti percentuali
in più rispetto allo scenario delineato lo scorso aprile. E’
questa la fotografia che emerge dal rapporto dell’Ufficio Studi
di Confindustria Udine su dati Prometeia aggiornati a luglio.
L’immagine è quella di una economia regionale che rallenta
rispetto al 2022 (quando si è registrato un incremento del Pil
del +4% contro il +6,1% del 2021) ma resiste, nonostante le
crisi degli ultimi anni. E mostra una maggiore capacità di
reazione rispetto, ad esempio, alla Germania, principale mercato
di riferimento per le aziende della regione.
Nel 2023 fondamentali per il Pil regionale saranno le
esportazioni, che lo scorso anno hanno rappresentato il 52,5%
del Pil, contro una media del Nord Est del 44,6% e nazionale del
32,7%.
Dal lato dell’offerta, quest’anno le costruzioni (+3,8% la
variazione tendenziale del valore aggiunto) e i servizi (+2,1%)
dovrebbero continuare ad espandersi, il linea con il trend del
2022, mentre l’industria potrebbe registrare una leggera
flessione (-1,9%). La manifattura regionale, che occupa il 30%
degli addetti complessivi delle imprese, rimane in ogni caso il
comparto che ha registrato la maggiore crescita della
produttività.
In netta ripresa è anche il mercato del lavoro, che ha
pienamente riassorbito il forte calo dell’occupazione, superando
già nel 2022 le 520 mila unità, con un tasso di occupazione pari
al 68.5% (75% maschile, 61.9% femminile), record di sempre e tra
i più alti in Italia. In flessione, di conseguenza, è il tasso
di disoccupazione, che dovrebbe scendere quest’anno al 4,5%.
Nonostante l’aumento dei tassi, gli investimenti fissi
lordi, dopo l’ottima performance dello scorso biennio (+19,1%
nel 2021 e +8,5% nel 2022) potrebbero espandersi di 2,1 punti
percentuali nel 2023, per poi calare il prossimo anno. La
progressiva soppressione del superbonus sarà solo in parte
compensata da altre agevolazioni per il mercato immobiliare
residenziale e dagli investimenti previsti dal Pnrr per i quali,
tuttavia, si prevede un impulso addizionale ulteriormente
ridimensionato a seguito delle difficoltà operative di
attuazione del piano.
Lo studio di Confindustria Udine vede anche un aumento dei
consumi delle famiglie, che nel 2023 dovrebbero attestarsi a
+0,9% grazie ad un calo dell’inflazione associata ad un graduale
recupero delle retribuzioni.
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Fonte Ansa.it