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Scomparsi in Messico: Russo, vogliamo sapere dove sono

(ANSA) – NAPOLI, 23 MAR – Più volte ha pianto e più volte ha
chiesto di sapere dov’erano i suoi familiari, Francesco Russo,
durante la deposizione al processo sulla scomparsa del padre
Raffaele, del fratello Antonio e del cugino, Vincenzo Cimmino,
di cui si sono perse le tracce in Messico il 31 gennaio 2018.
    Al processo sono imputati tre dei quattro agenti che quel giorno
prelevarono Antonio Russo e Vincenzo Cimmino per consegnarli al
cartello criminale Càrtel Jalisco Nueva Generación. L’udienza ha preso il via ieri, intorno alle 17 (ora italiana),
nella città di Ciudad Guzmàn, nello stato messicano di Jalisco.
    Dopo la sospensione decisa dal giudice alle 22,45 (ora italiana)
di ieri, l’udienza è ripresa oggi alle 17,30, con la deposizione
dell’unico testimone italiano.
    Francesco, in video collegamento dalla sede del consolato
onorario del Messico di Napoli, dove è giunto accompagnato
dall’avvocato Luigi Ferrandino e dall’interprete, ha esposto i
fatti di cui è a conoscenza e poi risposto alle domande che gli
sono state rivolte. E’ stato anche ascoltato (e tradotto in
spagnolo) l’audio, l’ultimo inviato in chat dal fratello
Antonio, con il quale informava i suoi congiunti su cosa stava
succedendo a lui e Vincenzo: “Stiamo facendo benzina e ci ha
fermato la polizia, ci hanno detto di seguirli, abbiamo una moto
avanti ed una macchina ci segue”. Da quel momento in poi, di
loro non si è più saputo nulla.
    “Spero e sono sicuro – ha detto ancora in lingua spagnola
Francesco Russo – che i miei familiari sono vivi e che stanno in
un campo a lavorare… ma se non sono in vita, noi vogliamo
saperlo”.
    “La forza, la grinta e la tenacia di Francesco Russo – ha detto
l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie, che seguiva
l’udienza dal suo studio legale di Alessandria – ha tenuto alta
l’attenzione dei giudici e della procura a tal punto che gli
avvocati della difesa hanno rinunciato all’esame del teste. E’
evidente che Francesco ha fornito così tanti elementi da far
desistere la difesa nel porre altre domande. Siamo certi che
verrà fatta giustizia su questo caso che da tre anni ci tiene
appesi a una speranza”, ha concluso Falleti. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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