
(ANSA) – NAPOLI, 03 FEB – Finisce in parità la prima sfida
tra Napoli e Atalanta per la conquista della finale di Coppa
Italia. La qualificazione si deciderà la prossima settimana
nella gara di ritorno a Bergamo, ma è evidente che il pareggio
al ‘Maradona’ favorisce la squadra di Gasperini e mette il
Napoli nella scomoda posizione di dover realizzare una vera e
propria impresa.
Complessivamente è l’Atalanta a meritare di più rispetto al
Napoli. I nerazzurri appaiono più compatti, la squadra gioca a
memoria ed è costantemente padrona del campo. Il difetto della
squadra ospite è sostanzialmente quello di non riuscire a
concretizzare la superiore mole di gioco. Ma in questo conta
probabilmente anche lo schieramento predisposto da Gattuso che
mette in campo una difesa a tre che in fase passiva diventa a
cinque. Le due squadre assumono un aspetto speculare e la
partita è tatticamente molto bloccata. L’Atalanta, però, riesce
a creare pericoli molto di più di quanto non avvenga sull’altro
fronte. Il problema per la squadra di casa è il vezzo di
cominciare
l’azione partendo palla a terra dalla propria area al quale
Gattuso non intende rinunciare mai. L’Atalanta che conosce bene
questa abitudine tattica esercita un pressing soffocante su
tutti gli avversari. Il risultato è che l’Atalanta tiene quasi
sempre bloccato il Napoli nella propria metà campo e Lozano,
schierato come unica punta centrale, in quanto Insigne e
Politano si muovono spesso nella zona centrale del terreno
gioco, non riesce a pungere la difesa bergamasca.
La squadra di Gasperini nella prima frazione di gioco sfiora
il gol del vantaggio con Pessina, Freuler e Toloi mentre al
Napoli capita solo un’occasione con un tiro dalla distanza di
Insigne deviato in angolo da Gollini.
Nella ripresa i due allenatori provano a cambiare gli
equilibri con una serie di sostituzioni che hanno solo l’effetto
di rendere la partita più equilibrata. La difesa del Napoli
riesce a contenere meglio gli attacchi dei nerazzurri ma
dall’altra parte, nonostante gli ingressi in campo prima di
Petagna e poi di Osimhen, la capacità di penetrazione
dell’attacco napoletano non decolla. Ospina risulta alla fine il
migliore dei suoi. (ANSA).
Fonte Ansa.it