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‘Ndrangheta: ‘Quinta bolgia’, chiesta conferma condanna per 7

Sette condanne e la confisca di
quattro società sono state chieste dal sostituto procuratore
generale di Catanzaro Raffaela Sforza nel processo d’appello “Quinta Bolgia” sulle presunte ingerenze delle cosche di ‘ndrangheta di Lamezia Terme nella gestione dell’ospedale
Giovanni Paolo II.
    Le imprese “Rocca” e “Putrino”, secondo l’accusa, si
sarebbero accaparrate i servizi di onoranze funebri
dell’ospedale, attuando un’illecita concorrenza “con violenza o
minaccia” ai danni di altre imprese e facendo leva
sull’appartenenza alle cosche attraverso i propri dipendenti
legati alla criminalità organizzata, ed in particolare al
contesto della consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte.
    Gli imputati per i quali è stata chiesta la conferma della
condanna sono Franco Antonio Di Spena, dipendente della Rocca
Servizi, al quale in primo grado sono stati comminati 2 anni e 8
mesi; Giuseppe Perri, ex direttore generale dell’Azienda
sanitaria provinciale di Catanzaro (8 mesi); due omonimi, Diego
Putrino, di 41 e 57 anni, rispettivamente, amministratore della
Putrino service srl e socio al 95% ed amministratore delle altre
società legate alla famiglia Putrino, condannati entrambi in
primo grado a 9 anni e 6 mesi; Pietro Putrino, capo dell’omonimo
gruppo imprenditoriale (11 anni); Ugo Bernardo Rocca (9 anni e 2
mesi) e Vincenzo Torcasio, dipendente della ditta Putrino (9
anni e 4 mesi).
    Le società di cui il pg Sforza ha chiesto la confisca sono “La Pietà Putrino srl”, la “Croce Rosa Putrino srl”, la “Putrino
Service srl” e la “Rocca Servizi srl”.
    Dopo la requisitoria hanno depositato le loro conclusioni le
parti civili: la ditta Vescio funeral home, rappresentata
dall’avvocato Fernando Marrocco; la Regione Calabria (avvocato
Nicola Greco); l’associazione Antiracket Lametina (avvocato
Carlo Carere); l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro
(avvocato Gaetano Callipo) ed il Comune di Lamezia Terme
(avvocato Caterina Restuccia).
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Fonte Ansa.it

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