
(ANSA) – CATANZARO, 31 MAG – “Appare di continuo una volontà
di mettere in discussione le decisioni prese da molto tempo dal
Pd calabrese e dagli alleati di centrosinistra: ma continuando a
perdere tempo si lascia terreno alla destra e a de Magistris.
Rinuncio quindi all’incarico e chiedo a Enrico Letta di trovare
una soluzione per non continuare a svilire la dignità degli
elettori e dei militanti del Pd in Calabria”. Così Nicola Irto,
attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria,
ha annunciato, in una intervista al sito dell’Espresso, la
rinuncia alla candidatura alla presidenza della regione Calabria
per il centrosinistra.
“Il Pd – ha aggiunto – deve cambiare, non solo per poter
mettersi in gioco alle elezioni, ma con una nuova generazione
che c’è, anche se viene vissuta con
fastidio da chi pensa solo a fare carriera: ma non possiamo
ridurci ai feudi. Non possiamo solo pensare con chi ci alleiamo:
il Pd deve dire cosa vuol fare. Parlano tutti di coalizione
prescindendo dai programmi. La Calabria è allo stremo eppure
sembra non importare a nessuno. A volte mi sembra di essere
l’unico a pensare sia indispensabile un quadro netto di
progetti, chiarezza per attuarli. Non basta vincere, bisogna
governare. Ho visto stallo e tatticismo. E ho anche visto che
c’è un trasversalismo, in pezzi del centrosinistra calabrese,
dovuto ad interessi comuni con pezzi del centrodestra. Allargare
la coalizione è giusto e intelligente, ma non possiamo
condannarci a muoverci con il bilancino. Non si è fatta
chiarezza con il M5S, ad esempio. Io ho dato la mia
disponibilità alle primarie proposte dalla Nesci. Ma ad oggi
siamo fermi pure su quello, anche le forze a sinistra del Pd
tentennano”.
“È stata una ingenuità politica – ha concluso Irto –
continuare a inseguire de Magistris, che ha scelto di candidarsi
per fuggire da Napoli e, dopo averla lasciata in un mare di
debiti, pensa di trovare qui un rifugio politico o una terra di
conquista. Le primarie sarebbero state l’occasione per mettere
insieme tutti quelli che vogliono battere la destra. Ma lui ha
detto sempre di no: quindi o ha paura di confrontarsi, o non è
davvero alternativo al centrodestra. È un’altra vittoria del
personalismo sulla responsabilità”. (ANSA).
Fonte Ansa.it