
Sit in su su Corso Umberto a
Pescara per chiedere la liberazione di giornalisti e attivisti
(circa 700 persone stimate) in Senegal. A organizzare il
presidio in difesa della democrazia sono stati un centinaio di
senegalesi, immigrati e residenti nella zona, con striscioni e
cartelli contro Macky Sall: ingegnere geofisico sessantatreenne,
eletto nel 2012 e confermato nel 2019, sembra intenzionato a
correre per un terzo mandato per le elezioni presidenziali del
prossimo anno.
A seguito della condanna di Ousmane Sonko, principale leader
dell’opposizione, il Senegal sta vivendo una situazione di
grande instabilità politica. ‘L’affare Sonko’ è scoppiato nel
2021 quando il leader di Pastef-Les Patriotes è stato accusato
di violenza sessuale e minacce di morte. Sempre dichiaratosi
innocente, Sonko e i suoi sostenitori ritengono che si tratti di
un “complotto politico” per non farlo candidare alle elezioni
presidenziali.
“Siamo nel paese dei partigiani che hanno lottato per
liberarlo – hanno spiegano i manifestanti dal megafono a Pescara
-. Noi dobbiamo lottare per il Senegal, paese che è sempre stato
pacifico. Non vogliamo la dittatura in Senegal!”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it