
(ANSA) – L’AQUILA, 13 MAG – Mentre si rincorrono notizie
sull’attacco hacker della Asl che vedrebbero circolare in rete
anche nomi dei bambini con problemi dell’apprendimento in
trattamento psicologico e di logopedia dei distretti sanitari
dell’Aquilano, parte sul web la protesta per chiedere maggiore
trasparenza sulla gestione del caso da parte dei vertici
cittadini e regionali.
Vari cittadini hanno pubblicato sul proprio profilo Facebook
una foto con un cartello raffigurante lo slogan “Parlateci
della Asl”, di rimando a quel “Parlateci di Bibbiano” divenuto
virale quando esplose l’inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti
illeciti nella gestione dell’affidamento di minori nel comune
emiliano. Ciascun post è accompagnato dall’hashtag
#Troppogravepertacere.
Ad avviare l’iniziativa anche alcuni esponenti riconducibili
al centrosinistra cittadino. “Ho scelto di aderire con
convinzione alla campagna – scrive il ricercatore Riccardo
Persio -. Quando sono in gioco la salute e la sicurezza delle
persone le opinioni politiche devono venir meno, siamo in
emergenza, eppure chi ci governa continua a far finta di nulla.
È arrivato il momento di accantonare la visione dell’Aquila come
set cinematografico e di iniziare a battersi ed alzare la voce
per difendere i nostri diritti”.
I consiglieri del Movimento 5 stelle, più volte intervenuti
sulla vicenda hanno definito “fallimentare” la gestione della
crisi. “Quello che viene da chiedersi leggendo le dichiarazioni
legate all’attacco criminale – si legge nella nota a firma di
Francesco Taglieri, Giorgio Fedele, Pietro Smargiassi, Domenico
Pettinari e Barbara Stella – e perché questa Giunta, a distanza
di dieci giorni dal blocco dei sistemi dovuto all’hackeraggio,
non sia stata in grado di organizzare una riunione tra Giunta e
Consiglio per rendere edotto tutto l’organo legislativo
abruzzese sullo stato delle cose e sull’entità del danno. È
vergognoso che il Consiglio regionale debba avere le
informazioni dalla Giunta esclusivamente a mezzo stampa, o
peggio, rimanere in balia delle dichiarazioni di un gruppo di
criminali informatici senza sapere se siano veritiere o meno”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it